L’arcipelago delle Egadi ha sempre rivestito un ruolo strategico sia sotto il profilo commerciale che politico-militare.  Da qui transitavano le rotte principali che collegavano la penisola italica e la Sicilia con il Nord Africa.  Favignana, la maggiore isola delle Egadi, situata a breve distanza da Mozia, Lilibeo (Marsala) e Drepanon (Trapani), rappresentava uno dei punti strategici per la navigazione.

              La maggiore concentrazione di testimonianze archeologiche ancora visibili sull’isola, si trova infatti nella località di San Nicola, sulla costa nord-orientale, a poca distanza dalla colonia fenicia di Mozia. Grazie alla facilità d’approdo alla presenza di acqua dolce, la zona fu interessata da un insediamento sin da epoca arcaica, documentato dalla presenza di grotte ad uso abitativo e funerario come la Grotta del Pozzo. La cultura punica a Favignana fu sicuramente radicata e predominante, continuando a sopravvivere, nelle sue manifestazioni più tipiche della vita religiosa e del culto, anche in epoca romana, ad almeno un secolo di distanza dalla Battaglia delle Egadi (241 a.C.) che concluse la Prima Guerra Punica.

              La zona di S. Nicola occupa la cuspide della grande piana orientale dell’isola e si trova a circa un chilometro ad est dall’abitato di Favignana, nei pressi del cimitero odierno.    

La costa e la campagna di S. Nicola si estendono su calcareniti calabriane di facile escavazione, per questo motivo la zona è cosparsa di cavità ipogee, la cui frequentazione si attesta, presumibilmente, dalla preistoria fino al periodo romano e paleocristiano.

ITINERARIO DEI SITI ARCHEOLOGICI

Mappa

1. GROTTA DEL POZZO

Ipogeo, con dromos a gradoni, di notevole rilevanza storico-archeologica per la presenza di iscrizioni e raffigurazioni, riferibili alla fase punica e neo-punica (IV sec. a.C. – I sec. d.C.), che attestano l’utilizzo della grotta come luogo di culto o sepoltura. La grotta fu frequentata anche in periodo tardoantico e paleocristiano.

2. VASCHE o CETARIAE

Ambienti quadrangolari, scavati nel banco roccioso e intonacati con cocciopesto e disposti in file parallele.  Si presume che si tratti di vasche o cetariae (vivai) per la salagione di pesce o per la preparazione di garum.

3. GROTTA DI SAN NICOLA

Cavità profondamente alterata dall’erosione marina ed eolica. All’interno della grotta sono presenti incisioni raffiguranti due quadrupedi e una figura antropomorfa.

4.  TOMBA A FORNO

Porzione di cavità ipogea, in parte mutilata dai tagli di cava, che presenta le caratteristiche di una tomba del tipo “a forno” dell’Età del Bronzo.

5.  BAGNO DELLE DONNE

Così detto perché interpretato come un impianto termale di epoca romana. Si tratta di un ambiente ipogeo con vasche rivestite di tessere vitree, collegato al mare da un   cunicolo. È probabile che si tratti di un impianto per la lavorazione del pesce, risalente al III sec. a.C.

6. NECROPOLI E GROTTA DELLO STEMMA

Necropoli con tombe a fossa scavate nella calcarenite, databile al III-II sec. a.C.  L’intera zona costituiva un’area sepolcrale, riutilizzata in periodo tardoantico, come è dimostrato da alcune tombe ad arcosolio ed una a baldacchino. Alcuni ipogei vennero trasformati in prigioni nel XVI sec. come la Grotta dello Stemma spagnolo (1570).

7.  SCALO CAVALLO

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Approdo sul mare con scivoli in pietra per il carico delle imbarcazioni utilizzate per il trasporto dei blocchi di calcarenite (schifazzi). Lo scalo si trova in prossimità di un’antica cava.

8.  TORRE SARACENA

Resti di una torre di avvistamento saracena a pianta circolare, posta a strapiombo sulla scogliera, che dà il nome alla località “Torretta”.

9.  ABITAZIONE RUPESTRE

Cavità a pianta semiellittica presente nei pressi dei resti della torre saracena. Lungo le pareti sono scavate tre nicchie di piccole dimensioni: una nella parete sinistra e due nella parete destra.