La peculiarità più importante del Parco archeologico di Lilibeo-Marsala, evidente sin dalla sua denominazione, consiste nel fatto che la città moderna si è in gran parte sovrapposta alla città antica in un continuum storico ininterrotto che ha lasciato profonde tracce nel tessuto urbano e rilevanti testimonianze archeologiche riferibili principalmente alla facies punico-romana. Proprio in ragione della documentata sovrapposizione e dell’assoluta rilevanza dei monumenti archeologici rinvenuti nel corso del Novecento, l’area del Capo Boeo a partire dalla fine dell’Ottocento è stata risparmiata dall’espansione edilizia, grazie all’interesse di tanti cittadini e della stessa giunta comunale che adottò lungimiranti provvedimenti per bloccare qualsiasi iniziativa edilizia che potesse deturpare la zona “fuori Porta Nuova”. Successivamente, con la scoperta della grande domus con mosaici, già citata, (1939), ebbero inizio le vicende della tutela dell’area, da consideare ormai “storiche”, che condussero nel 1949 alla Dichiarazione ministeriale di interesse particolarmente importante del terreno in località Capo Boeo.
Sinteticamente si ricordano qui di seguito le tappe principali del complesso iter che ha portato alla demanializzazione, perimetrazione e valorizzazione di una così considerevole area archeologica, una delle più grandi in Sicilia all’interno di una città.
- Decreto del Ministero della P.I. del 16.12.1949: dichiara l’area di interesse particolarmente importante;
- Piano di Ricostruzione del Comune di Marsala del 1949: l’area viene destinata a verde pubblico e zona di interesse archeologico;
- Decreti Presidente Regione Sicilia n. 3907 dell’8.VIII. 1964 e n. 5319 del 21.IX. 1966: imposizione di vincolo archeologico;
- Esproprio area di Capo Boeo – I stralcio (Baglio Anselmi): D.A. n. 3223 dell’11.09.1992 perfezionato con D.A. n. 5716 del 20.03.1993;
- Esproprio area di Capo Boeo – II stralcio (terreni): D.A. n. 5383 del 21.05.1983; D.A. n. 5383 del 21.05.1992.
Il primo progetto per la realizzazione del Parco di Lilibeo, redatto dallo Studio tecnico Luigi Giustolisi – Renato Bazzoni su incarico della Soprintendenza alle Antichità per la Sicilia Occidentale risale al 1973. Esso prevedeva un piano di esproprio dell’intera area del Capo Boeo che avrebbe dovuto essere realizzato sia con finanziamenti della Regione Siciliana, per quanto riguardava il settore Viale Isonzo- Viale Nazario Sauro- Lungomare Boeo, sia con finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno, per la rimanente parte compresa tra Viale Nazario Sauro, Lungomare Boeo e Viale Cesare Battisti. Il progetto prevedeva inoltre la ristrutturazione del Baglio Anselmi la cui acquisizione al Demanio regionale si rendeva particolarmente urgente per la conservazione ed esposizione del relitto della Nave punica che veniva recuperato in quegli anni.
Nello stesso periodo, al di fuori dell’area di Capo Boeo, in conseguenza dell’estesa urbanizzazione della città e del c.d. boom edilizio, il rinvenimento di importanti testimonianze archeologiche nel cuore del tessuto urbano moderno rendeva necessaria, ai fini della tutela, sia l’apposizione di vincoli diretti, sia l’esproprio di aree più o meno estese di proprietà privata o di originaria destinazione pubblica. Trattasi di settori vari della necropoli (Via del Fante, Via Struppa, Via Cicerone, Via Berta, Catacombe Niccolini) o dell’antico abitato di Lilibeo (Via delle Ninfe, Area ex Chiesa San Girolamo). Per la descrizione di tali provvedimenti di tutela si rimanda all’allegato A. Marsala già all’inizio degli anni Novanta si configurava dunque come un vero e proprio “Parco diffuso” e questa sua forte identità di “città archeologica” ha connotato la storia delle trasformazioni urbanistiche del centro moderno. Il Parco di Lilibeo – Marsala potrà portare a compimento la potenzialità archeologica e la vocazione turistica diffusa e sottesa nel centro urbano realizzando percorsi punico -romani- medievali dall’area del Capo Boeo alle altre aree archeologiche sparse nella città grazie a segnaletica, pannellistica, illuminazione e arredi per la fruizione che in parte sono stati realizzati, in parte sono da implementare.